ANATOMIA DI UN FILM / Marzo 2024


Da Lunedì 11 Marzo 2024 / Cinema Teatro Aurora / Via Venier n. 32, Treviso
ANATOMIA DI UN FILM
Nuovo corso di cinema a Treviso!
a cura di Marco Bellano

Ogni lunedì dalle 20:30 alle 22:30, da lunedì 11 marzo per 5 incontri.

Link per iscrizione: Iscrizione corso “Anatomia di un film”
oppure scrivendo all’indirizzo mail cineforumlabirinto@gmail.com


A partire da metà marzo, Cineforum Labirinto presenta un nuovo ciclo di lezioni di cinema per tornare a vivere il fascino della sala cinematografica in compagnia dei capolavori e dei grandi registi che hanno fatto la storia della Settima Arte.

Presso il Cinema Teatro Aurora di Treviso, Cineforum Labirinto propone un corso dedicato all’analisi di cinque grandi capolavori del cinema. Le lezioni si concentreranno sulla genesi creativa delle opere e sulle tecniche stilistiche e le scelte tematiche adottate dai registi, lasciando spazio anche ad aneddoti sulla produzione, sul cast e sull’influenza delle pellicole nell’immaginario collettivo.

I film selezionati sono Il mago di Oz (1939) di Victor Fleming, Il dottor Stranamore (1964) di Stanley Kubrick, Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe TornatoreIl cavaliere oscuro (2008) di Christopher Nolan.

Il corso, ideato e curato da Marco Bellano, docente di cinema presso l’Università di Padova, è rivolto a studenti, videomaker, insegnanti e appassionati che vogliano scoprire o approfondire la grammatica cinematografica e la storia del cinema attraverso i capolavori di cinque grandi maestri.

L’iniziativa si articola in 5 incontri che si terranno di lunedì dalle ore 20.30 alle 22.30,  a partire da lunedì 11 marzo 2024, presso il Cinema Teatro Aurora,  situato in Via Sebastiano Venier n. 32. Il costo del corso è pari a 80€.

La sede del corso è una sala cinematografica con un capienza massima di circa 300 posti, dotata di un grande schermo e ampi spazi per accedere alle sedute. Sarà inoltre possibile usufruire del parcheggio adiacente al Cinema, riservato in via esclusiva ai partecipanti al corso.

Per iscriversi e per maggiori informazioni: cineforumlabirinto@gmail.com / 3407417350

Scopri il programma del corso e altre informazioni scorrendo qui sotto!


IL PROGRAMMA

1° incontro | IL MAGO DI OZ | 11 MARZO 2024

Uno dei musical più emblematici di sempre, un capolavoro del cinema fantastico, un tour de force artigianale e tecnologico, un caposaldo dell’immaginario collettivo che ha rilanciato e addirittura scavalcato, nel sentire comune, il romanzo di L. Frank Baum da cui è tratto: così meriterebbe di essere ricordato Il mago di Oz (1939), ma non sarebbe ancora abbastanza. Dietro alla bellezza scintillante del Technicolor, mentre ci cattura ancora una volta il fascino irresistibile di Over the Rainbow, si nasconde un intreccio di strategie di potere, vicoli ciechi creativi e vicende umane che ancora oggi si avverte tra i fotogrammi, e che forse ha un ruolo nella forza senza tempo emanato dalla pellicola. Del resto, accanto al Victor Fleming del coevo Via col vento, alla regia si avvicendarono, tra gli altri, cineasti del calibro di George Cukor e King Vidor; e lo stesso vestitino azzurro e bianco di Dorothy è un simbolo difficile, sintomo del peggio di un’industria cinematografica che però, nonostante tutto, non sarebbe riuscita a fermare la carriera bruciante e multiforme di Judy Garland. La complessità di Il mago di Oz ha molto da dire al mondo di oggi; vale la pena di guardarlo ancora una volta.

2° incontro | IL DOTTOR STRANAMORE | 18 MARZO 2024

Una commedia? Un film di fantascienza? Oppure di guerra? Nonostante siano passati sessant’anni dalla sua uscita, Il dottor Stranamore  – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba riesce, ironicamente, a farci ancora preoccupare. La Guerra fredda è finita, ma resta plausibile una fine del mondo innescata dal capriccio di pochi. Stanley Kubrick, pur prendendo spunto da un romanzo preesistente (Red Alert, di Peter George), decise di creare una trama sostanzialmente originale, che finì per trovarsi irresistibilmente trascinata verso la commedia nera quando il regista capì quanto assurda fosse la strategia di deterrenza reciproca tra USA e URSS. Del resto, tutto si fondava sulla certezza di una mutua distruzione, cosicché nessuno potesse aver voglia di fare la prima mossa; e l’acronimo di Mutual Assured Destruction è, guarda caso, MAD, “folle”. Serviva dunque un film di lucida follia, di cui fu chiave l’invenzione del personaggio celebrato dal titolo, che tra l’altro nemmeno compariva nel romanzo. Stranamore, il perverso genio nazista prestato alla causa americana, era un miscuglio di figure storiche quali i fisici Werner von Braun, Herman Kahn e Edward Teller, ma in lui rivivevano anche classici “scienziati pazzi” cinematografici quali il Rotwang di Metropolis, e soprattutto il talento istrionico di Peter Sellers, tanto debordante, in questo film, da riversarsi in ben tre ruoli. Quindi, in definitiva, che genere di film è Il dottor Stranamore? Chiederselo è interessante; ma, trattandosi di Kubrick, possiamo stare certi che la risposta non sarà scontata.

3° incontro | IL CIELO SOPRA BERLINO | 25 MARZO 2024

Forse, in fondo, Il cielo sopra Berlino è una “sinfonia di una città”. Si chiamavano così quei film che, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, raccontavano in modo artistico la vita urbana, fondendo assieme documentario e film sperimentale. A dare il nome a questo singolare genere fu proprio un film dedicato a Berlino, di Walter Ruttmann; Wim Wenders, di sicuro, ricordava bene questo precedente. Del resto, il film raccoglie l’eredità di molti altri maestri. Solo la dedica dell’opera, ai tre “angeli” Yasujirō, François e Andrej, ci ricorda i nomi di Ozu, Truffaut e Tarkovskij, al tempo scomparsi da poco. La storia raccontata da Wenders, però, ha una vita propria, e un orizzonte vasto; pur parlando di angeli, non si può dire che essa segua modelli del cinema fantastico o religioso. Si tratta, piuttosto, di una celebrazione estatica, nata da elementi architettonici (gli angeli notati da Wenders in molti luoghi di Berlino), trasformati nei personaggi di Damiel e Cassiel, a cui infine si aprono le porte della realtà umana, per partecipare dei suoi piaceri e dolori. L’arco narrativo affidato a Bruno Ganz è particolarmente emblematico, e a lungo sarebbe stato ricordato come la sua interpretazione più memorabile. La città stessa insomma, grazie al cinema, si incarna; e lo fa per dare voce alla sua sofferenza e i suoi desideri, all’epoca in cui un muro ancora la tagliava in due.

4° incontro | NUOVO CINEMA PARADISO | 8 APRILE 2024

Un luogo, un’esperienza, una metafora: il cinema può essere tutto questo, oltre che, naturalmente, una fabbrica di sogni. Giuseppe Tornatore, nel 1988, cercò di dare una dimensione narrativa a queste seducenti suggestioni; la trovò mescolando l’esperienza privata con la storia d’Italia, attraverso gli occhi prima bambini, e poi maturi, del siciliano Salvatore-Totò, protagonista che vive arte e sentimento con uguale passione, sempre alla luce del grande schermo. Ne risultò un melodramma monumentale, destinato a lunga fama, accanto a molti altri film che seppero fare cinema parlando del cinema stesso. Il compiacimento intellettuale, però, è estraneo a Nuovo Cinema Paradiso, che invece si nutre soprattutto di nostalgia e desiderio. È così anche per la fondamentale presenza di una musica come quella di Ennio Morricone, qui all’inizio della sua lunga collaborazione con Tornatore, coadiuvato dalla splendida intuizione melodica del Tema d’amore, ideato dal figlio Andrea. Oggi più che mai, con le sale cittadine ormai divenute una rarità, un cinema come quello raccontato da Tornatore sembra essere un paradiso perduto. Ogni nuova visione, però, ci permette di riscoprirlo; non per scappare dal presente, ma per capirne meglio le radici.

5° incontro | IL CAVALIERE OSCURO | 15 APRILE 2024

È ormai annoverato tra i film “maledetti”, Il cavaliere oscuro; la tragedia di Heath Ledger lo marchiò indelebilmente, anche e soprattutto per via del modo in cui il giovane attore diede vita al Joker. Col senno di poi, quel personaggio così visceralmente sedotto dalla morte venne letto come un presagio. Gli onori postumi tributati a Ledger furono assolutamente meritati; c’è molto altro, tuttavia, che rese memorabile questo film. Nel 2005, Christopher Nolan aveva preso in mano il percorso cinematografico di Batman con piglio nuovo, dopo le ultime, incerte pellicole che videro protagonista il supereroe al volgere del secolo. Il cavaliere oscuro, nel 2008, era il secondo capitolo di quella che poi sarebbe diventata una trilogia; il film, però, funziona come opera a sé stante, e anzi, libero dall’obbligo di raccontare la genesi del personaggio, può esplorare a fondo la potenza delle contraddizioni morali insite nell’opera originale. Il fumetto creato da Bob Kane e Bill Finger nel 1939 aveva goduto, negli anni Ottanta, di approfondimenti nuovi e maturi, grazie ad autori come Alan Moore e Frank Miller. Fu di quest’ultimo la caratterizzazione di un Batman come “cavaliere oscuro”, ambiguo, amaro e calato in una Gotham resa specchio deformante dell’America reale. Già Tim Burton, nei suoi film dei primi anni Novanta, aveva attinto a questa tradizione; Nolan vi ritornò con un approccio segnato da razionalità e ingegno narrativo, stemperando il fantastico a favore della fantascienza. Ne risulta un universo improbabile, ma non del tutto impossibile; per questo, forse, il Joker di Ledger spaventa e fa riflettere ancora di più.


IL DOCENTE

Marco Bellano è docente di History of Animation all’Università di Padova e Marie Curie Global Fellow (progetto FICTA SciO, su animazione e divulgazione scientifica, in collaborazione con la Hochschule Luzern e il CICAP, 2023-2025). Oltre che a Padova, dal 2013 è stato docente presso sedi accademiche quali la Boston University Study Abroad, l’Università di Salamanca e il Conservatorio di Ferrara. Ha inoltre svolto ricerche sul rapporto tra musica e animazione. Tra le sue pubblicazioni: Václav Trojan. Music Composition in Czech Animated Films, Routledge, 2019; Allegro non troppo. Bruno Bozzetto’s Animated Music, Bloomsbury, 2021. Nel 2014 riceve dalla Society for Animation Studies, di cui presiede nel 2017 a Padova il 29° convegno annuale, il premio Norman McLaren-Evelyn Lambart al miglior articolo accademico. È nel comitato scientifico del Mutual Images Journal, di Cabiria e delle collane “Lapilli” (Tunué). È stato giurato per festival internazionali (tra cui Teheran International Animation Festival, Future Film Festival). Pianista e direttore d’orchestra, collabora dal 2012 ai programmi didattici e divulgativi del Palazzetto Bru Zane – Centre de musique romantique française.


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